martedì 27 agosto 2013

Lavagna Tattica (n°1)

Ciao a tutti! Vi proponiamo oggi il primo numero di una nuova rubrica settimanale (che andrà ad affiancarsi agli speciali già presenti sui giovani e sul calciomercato) che cercherà di analizzare al meglio le novità tattiche della nostra Inter, integrando queste disamine con esempi tratti dalle più recenti prestazioni nerazzurre. Mazzarri imprime -come noto- un'impronta ben marcata con il suo 3-5-2, ma abbiamo già visto nella partita contro il Genoa come questo modulo possa variare, adattandosi sia alla squadra avversaria che (soprattutto) agli interpreti a disposizione del nostro mister.

FASE DIFENSIVA
Da salvare: Poco da rimproverare alla difesa a tre vista con il Genoa: se infatti avevamo già visto questa impiegata in molte partite da Stramaccioni, la differenza è notevole. La difesa si muove all'unisono, mostrando una compattezza e una sincronizzazione ammirevole, e offre molta sicurezza al reparto avanzato, ma anche agli stessi difensori che possono permettersi delle "sgroppate" in avanti, come nel caso di Campagnaro. Ottima intesa che si rispecchia anche nei movimenti dei centrocampisti e -soprattutto- degli esterni, sempre presenti dietro e sempre attenti; attenzione che permette a Mazzarri di dispensare compiti diversi per meglio fronteggiare gli esterni rossoblu (Nagatomo usciva subito in pressing per togliere spazio a Santana mentre Jonathan temporeggiava mandando in prima marcatura l'interno destro di centrocampo).
Da migliorare: Se la preparazione tattica in fase difensiva sembra ottima, risulta ancora un po' indietro la condizione fisica e atletica di Ranocchia e Juan Jesus, troppo spesso macchinosi e lenti nell'uno contro uno. Da rivedere l'azione che ha messo Kucka solo davanti ad Handanovic: questa (unica) disattenzione difensiva poteva costare molto caro. L'incomprensione fra Jonathan e Guarin è stata grave, ma per fortuna non è stata sfruttata dai rossoblu. Tutto sommato siamo alla prima di campionato e va bene così (ricordiamo gli zero gol subiti fra Genoa e Cittadella).

FASE OFFENSIVA
Da salvare: A differenza da quanto previsti dagli esperti -e da noi-, Mazzarri sembra prediligere una formazioni in cui i due interni di centrocampo sono coperti da un solo mediano davanti alla difesa (a differenza di quanto avveniva nel Napoli dove due giocatori di rottura, Inler, Dzemaili o Behrami, supportavano Hamsik). Il mediano di questa Inter sarà molto probabilmente Taider, che progressivamente andrà a sostituire Cambiasso (non sembrato, inoltre, in gran condizione). La squadra in attacco si apre a ventaglio, sarà importantissimo il mediano che, salendo, dovrà offrire riferimenti a esterni e centrocampisti per cambiare fascia, aprendo così la difesa avversaria. Questi meccanismi devono essere ancora rodati, ma hanno comunque dato i suoi frutti con una squadra chiusa come il Genoa, permettendoci di segnare due reti. Apprezzabile soprattutto il movimento degli esterni, sempre in sovrapposizione, che, oltre a offrire più soluzioni al portatore di palla, hanno propiziato il primo gol (cross di Jonathan, gol di Nagatomo). Meglio sicuramente il modulo nella seconda frazione quando, con un 3-5-2 puro, l'attacco è risultato più incisivo schierando davanti due uomini e permettendo a Palacio di spaziare sulle fasce, senza perdere peso al centro con la presenza di Icardi (che di testa ha tirato due volte, la seconda prendendo la traversa, mentre nel primo tempo i cross spesso attraversavano l'area senza che nessuno fosse in traiettoria per intervenire).
Da migliorare: Come detto l'Inter ha iniziato a carburare e, a tratti, a dominare solo nel secondo tempo quando dal 3-5-1-1 si è passati alle due punte. Con squadre chiuse - di cui, tra l'altro, la Serie A abbonda- giocare con solo una punta e una seconda punta è poco fruttifero, come testimoniato dal primo tempo in cui Alvarez e Palacio, offrendo comunque un'ottima prestazione, non hanno tirato in porta. L'ingresso di Icardi ha cambiato la partita, permettendo a Palacio di giocare il "suo" calcio (tantissimo movimento sia in verticale che, molto più spesso, ad allargare sulle fasce) e ad Icardi di attaccare la profondità, sempre supportati dagli inserimenti di Guarin e Alvarez (ottima la sua prestazione da interno di centrocampo). Altro appunto necessario sulla circolazione di palla: troppo spesso si è infatti ricorso al lancio lungo, che, con il solo Palacio davanti, non è molto indicato.

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