Ciao a tutti! Eccoci con l'ottavo numero della nostra rubrica settimanale che analizza le tattiche della nostra Inter, completando la disamina con riferimenti alle più recenti prestazioni. Mazzarri sembra ormai deciso a puntare con forza sull'ormai celebre 3-5-1-1, pronto a passare alle due punte pure secondo necessità. La squalifica di Belfodil e gli infortuni di Milito e Icardi hanno sicuramente spinto l'allenatore livornese ancora di più a utilizzare questo modulo.
FASE DIFENSIVA
Da salvare: La difesa interista funziona sicuramente meglio rispetto all'anno scorso anche se a volte mostra troppa sicurezza (nonostante la qualità tecnica non eccelsa non ci dia tutta questa tranquillità). Molto bene anche l'ordine nel difendere e la solidità sulle palle alte, che, con interpreti con Juan Jesus, Ranocchia, Samuel o Rolando, spesso finiscono in nostro possesso. Contro l'Atalanta si è vista discretamente bene questa qualità (bisogna ricordare come l'Atalante sia forse la più forte del nostro campionato sotto questo aspetto). L'ordine nella fase difensiva è, invece, risaltato soprattutto contro l'Udinese, dove (con un Ranocchia finalmente in stato di grazia) siamo riusciti ad arginare molto bene un forte reparto offensivo come quello composto dalla coppia Di Natale-Muriel, anche grazie alla copertura degli esterni e soprattutto di un favoloso Cambiasso. Questo giocatore si è finalmente ritrovato ad altissimi livelli grazie alla posizione di mediano assegnatagli da Mazzarri davanti alla difesa, che gli permette di sfruttare al massimo la sua intelligenza tattica (dote di cui è uno dei migliori esponenti al mondo) recuperando un'infinità di palloni.
Da migliorare: Come detto l'Inter spesso, per troppo sicurezza o per carenza tecnica, si spegne, offrendo il fianco agli attacchi avversari. L'Inter, infatti, a parte nella sconfitta contro la Roma, è sempre andata in vantaggio, facendosi poi però recuperare, chiudendo con un pareggio, come nelle partite con Juventus, Cagliari, Atalanta e Torino (anche se contro quest'ultimo il vantaggio è arrivato dopo aver recuperato per due volte uno svantaggio). L'Inter deve riuscire a tenere alta la concentrazione per 90', ritornando finalmente a essere una "grande". Sarà una bella prova quella contro il Livorno, squadra a volte traballante ma dotata di un grande reparto offensivo.
FASE OFFENSIVA
Da salvare: Nonostante la presenza del solo Palacio in avanti come punta "vera", la manovra dell'Inter sembra molto fluida e varia, anche se l'apporto degli esterni in fase offensiva sembra essere un po' diminuito (contro l'Udinese, nel primo tempo, quasi il 70% delle azioni d'attacco provenivano dalla zona centrale del campo). Ottimo davvero il pressing, soprattutto contro i Friulani, dove è stato tenuto molto alto grazie ad un Cambiasso magistrale. Parliamo del pressing nel capitolo sulla fase offensiva poiché, nonostante rientri in realtà nei fondamentali della difesa, svolto in questo modo diventa linfa fondamentale per il contropiede, la nostra vera arma in più in avanti (come da tradizione per tutte le squadre di Mazzarri). Piccola nota: l'Inter, che con 27 rete ha ora il miglior attacco della Serie A, ha segnato tutti i gol da dentro l'area di rigore (senza battere penalty), fatta eccezione per il -bellissimo- gol di Cambiasso contro il Sassuolo, di poco fuori area. Questo testimonia come l'Inter sappia attaccare bene, muovendo molto la palla e arrivando così fino alla linea di fondo. Ricordiamo inoltre come, con 11 gol, la coppia Palacio-Alvarez sia, per ora, la più prolifica del campionato. Molto bene!
Da migliorare: Bisogna sicuramente chiarire la situazione di due giocatori: Kovacic deve capire dove giocare, Icardi deve riacquistare una forma fisica accettabile per incidere. Contro l'Atalanta è mancata un po' di brillantezza davanti, e forse anche un po' di malizia in alcune situazioni. Certo, l'Inter fatica a fare gioco con le difese schierate, prediligendo il contropiede, ma in Italia questa difficoltà è condivisa da tutte le altri grandi, soprattutto in casa, e non costituisce un così grande problema. Come detto sembra essere un po' calata l'intensità in avanti degli esterni -Thohir ha ragione a volerne acquistare almeno altri due?- e questo rischia di lasciare tutta la manovra in mano ai soli Palacio, Alvarez e Guarin, diventando così troppo prevedibile.
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